martedì 17 aprile 2012

Sconfitte e consolazioni

Giocare a Go può essere un grandissimo divertimento, ma anche qualcosa di estremamente frustrante.

Soprattutto all'inizio è terribile!!
Equivale al battezzo del fuoco per le nuove reclute in una guerra.

Persone con diversa esperienza forza e abilità combattono tutte insieme
Stesso campo.
Stessi mezzi.

Ma ti ritrovi a volte come d'avanti a dei veri e propri mostri.

E tu sei lì col tuo pugnaletto arruginito ad affrontare un drago grosso come un autobus (citazione da Percy Jackson).

Poi inizi a farti le ossa.
Ovviamente non si muore di sconfitta, però... Si soffre.

Ma essendoci passato spesso senti 2 cose:

1) Per crescere devi riflettere e imparare dai tuoi errori.

Non basta FARLI gli errori per imparare. Bisogna anche riflettere, elaborare, trovarci una cosa utile e poter dire "ok questo fiasco colossale mi ha insegnato questo." "se avessi fatto così sarebbe andata diversamente".

La cosa straordinaria del Go è che solo (e sottolineo SOLO) chi riesce ad essere critico in modo costruttivo con se stesso impara, cresce, si evolve.

2) Vorresti (almeno io) essere di aiuto a chi sta affrontando le tue stesse difficoltà...

non so che avrei dato per poter avere un insegnante, qualcuno con cui giocare, non dover fare tutto da solo.
Nella comunicazione e nel dialogo c'è la crescita.

E nel secondo punto il dilemma come affrontare la sconfitta.
Quando spieghi un errore può capitare che, anche comprendendolo perfettamente, soffra a vederselo sbattere in faccia. Forse puoi essere delicato. Forse puoi essere gentile.

Ci sono persone che imparano meglio con critiche aspre, altre sono più recettive a critiche meno dure. In ogni caso non conta COME ti venga sottolineanto l'errore, conta solo la tua personale capacità di rendertene conto, accettarlo e superarlo.

Te ne rendi con la LOGICA e l'INTELLIGENZA che perfeziona la tua STRATEGIA e la tua FORZA.
Lo accetti con l'UMILTA' che addestra la tua PAZIENZA.
E lo superi con L'IMPEGNO e la COSTANZA, che aumentano il tuo CORAGGIO.

Forse non ha senso, forse sono parole che non centrano nulla tra loro. E' difficile rendere i concetti soprattutto se riguardano vari stati della mente e dello spirito.

Mi sono un perso... ma mi chiedevo all'inizio è giusto consolare chi perde?
Meglio lasciare loro la possibilità di alzarsi da soli, di trovare la forza da soli?
Come guidarli senza compatirli?
Come sostenere e supportare qualcuno senza fare il lavoro al posto suo?

Cavolo insegnare è davvero difficile...